Tetti base
Per lungo tempo la tradizione costruttiva del tetto in legno, a dispetto delle sue riconosciute valenze tecnologico-prestazionali ed estetiche, è stata in Italia parzialmente accantonata a favore di soluzioni alternative che, almeno teoricamente, offrivano un maggiore grado di industrializzazione e puntavano su alcune specifiche performance della copertura.
Paradossalmente, a decretare il ritorno in auge delle tecniche più tradizionali, naturalmente arricchite da nuovi contenuti tecnologici e materiali innovativi, è stata proprio la trasformazione della copertura.
Quest’ultima infatti è passata da semplice elemento di chiusura a sistema complesso, capace di riunire molteplici funzioni finalizzate a garantire non solamente la protezione dell’edificio dagli agenti atmosferici, ma anche le condizioni di comfort abitativo ideali per i suoi occupanti.
La struttura portante di un tetto in legno deve essere progettata per adattarsi al meglio all’esigenza della committenza, in particolare per edifici destinati a civili abitazioni si cerca di conciliare al meglio la funzionalità statica con l’estetica.
L’impostazione strutturale ricorrente è data dalla suddivisione tra elementi portanti principali e orditure secondaria e terziaria, che devono essere sapientemente progettate per contenere le dimensioni, limitare le luci e le aree di influenza del carico, producendo un’uniforme distribuzione degli sforzi sulla struttura sottostante nonchè una buona stabilità dell’edificio.
Il tetto in legno può essere realizzato impiegando capriate, coperture con travetti inclinati e coperture con arcarecci.
(v pag 109 vol 3 UZIELLI) e vedi dispensa ING RESTAURO
Nel caso di coperture di civile abitazione, con piante spesso irregolari e variabilità nelle geometrie degli elementi lignei, risultano particolarmente vantaggiose le moderne lavorazioni di precisione, eseguite con macchine a controllo numerico, specialmente quando le unioni sono realizzate mediante intagli e sovrapposizioni con l’eventuale inserimento di elementi metallici in fori e fresature realizzate all’interno delle travi.
I moderni sistemi CAD-CAM consentono di interfacciare la fase di progettazione con quella di realizzazione degli elementi, tramite le macchine a controllo numerico, ottimizzando così i tempi e riducendo gli errori nella fase produttiva.
Grazie alle sue caratteristiche intrinseche il tetto in legno viene quindi impiegato per la realizzazione di ampliamenti e ristrutturazioni, che richiedono una particolare versatilità costruttiva, e per le sopraelevazioni, data la sua leggerezza rispetto alle opere in muratura o in c.a., andando così a limitare in modo significativo i carichi che gravano in fondazione.
Presenta inoltre costi inferiori e tempi di consegna più precisi rispetto ad un tetto in c.a., la copertura può essere coibentata e/o ventilata e la parte interna di finitura è solitamente terminata in perlinato, ma può essere realizzata anche con tavelle in laterizio, mentre la parte esterna è in laterizio o in tegola canadese.
L’impiego del legno lamellare ci consente inoltre di allargare enormemente i campi di applicazione del legno, permettendo di realizzare tetti di qualunque forma, tipologia e dimensione. Infatti l'ottimo rapporto tra le proprietà meccaniche ed il suo peso, le buone caratteristiche di indeformabilità, di lavorabilità e l'adattabilità permettono di eseguire differenti lavorazioni delle travature per realizzare soluzioni estetiche e strutturali più diverse e di grande effetto, come ad esempio le grandi luci e le forme curve.
Si riportano di seguito delle tabelle di predimensionamento per alcuni degli elementi e dei sistemi strutturali più comuni nella tecnica delle costruzioni del legno. I valori indicati nelle tabelle sono da riferirsi ad interassi tra 4 e 10 m e con carichi di media entità (peso proprio, peso di copertura, neve a basse altitudini).
In termini di prestazione energetica e confort abitativo si devono rimarcare gli svantaggi derivanti dall’impiego di un tetto non ventilato:
in estate la copertura, riscaldata dall’irraggiamento solare, trasmette il calore alle parti sottostanti fino a penetrare all’interno della costruzione e l’eventuale coibente presente può solamente fungere da ritardante termico
in inverno nella struttura del tetto possono verificarsi fenomeni di condensa che portano alla formazione di muffe, umidità, gocciolamenti e degrado degli eventuali pannelli isolanti (in caso di tetto isolato); tale fenomeno si riscontra in particolare nei sottotetti di edifici realizzati in regioni temperate come le nostre
in caso di neve nelle zone montuose e con climi rigidi si creano facilmente sullo sporto di gronda particolari barriere di ghiaccio che provocano pericolose infiltrazioni nella struttura del tetto.